Di origine molto antica, Asolo raggiunse il suo massimo splendore all'epoca della Serenissima, quando Venezia favorì, attraverso sgravi fiscali, il trasferimento nella zona di famiglie provenienti dal Feltrino, dal Trevigiano e dalle valli bergamasche. Inoltre dal 1489, Caterina Cornaro, già regina di Cipro, venne ad abitare nell'antico castello asolano con al seguito una ricca corte di artisti e poeti.
Ad
Asolo si trova la casa in cui visse Eleonora Duse, che alla sua morte
volle essere sepolta nel piccolo cimitero del paese, così come la casa
con giardino di Freya Stark, viaggiatrice e scrittrice, una donna
davvero fuori dal comune.
Freya
, figlia di un'italiana di origine polacca e di un pittore inglese,
nacque a Parigi ma trascorse la maggior parte della sua vita in Italia.
Gracile nell'aspetto, spesso ammalata e confinata in casa, a sedici anni ebbe un incidente in una fabbrica che le costò cicatrici sul viso e metà della capigliatura, costringendola ad indossare cappellini e toupé.
Le piaceva leggere in francese, in particolare Dumas, e imparò da sola il latino.
Lei stessa raccontò che per il suo nono compleanno una zia le aveva regalato una copia delle Mille e una notte, un libro che fece scoccare in lei una piccola scintilla che, nei lunghi mesi di malattia e inedia , era destinata a diventare una fiamma.
Affascinata dall'Oriente studiò l'arabo e il persiano e nel 1927 si imbarcò per Beirut dove iniziarono i suoi viaggi verso est.
Negli anni '30 portò a termine tre rischiosi percorsi nelle regioni più lontane dell'Iran, dove nessun occidentale aveva mai messo piede e si inoltrò nel deserto arabico dove pochissimi esploratori erano stati prima di lei.
Nelle pause dei suoi fantastici viaggi Freya tornava ad Asolo per raccontare nei suoi libri, più di due dozzine, le sue straordinarie avventure.
Fra gli scrittori del mondo arabo Freya Stark occupa un posto particolare perchè non si limita a documentare ciò che vede, ma ci racconta di un mondo vivo, colorato ed aspro, del suo modo di concepire la vita, i rapporti, la religione.
Alla fine di tante avventure si ritirerà nella sua casa piena di bauli , tappeti , terracotte e tanti tanti libri, per occuparsi del suo giardino e per terminare la sua vita a cento anni nel 1993.
Freya accoglieva molti ospiti illustri in villa e trascorreva con loro pomeriggi interi sotto la galleria dei carpini, tra i cespugli di rose, all'ombra dei lecci secolari.
Oggi dopo un lungo reastauro, quello che fu il suo giardino è stato aperto al pubblico così che il visitatore possa ammirare le varie specie arboree e le essenze raccolte nei suoi viaggi e il parco archeologico che ospita i resti del teatro romano venuto alla luce nella seconda metà dell'ottocento.
Gracile nell'aspetto, spesso ammalata e confinata in casa, a sedici anni ebbe un incidente in una fabbrica che le costò cicatrici sul viso e metà della capigliatura, costringendola ad indossare cappellini e toupé.
Le piaceva leggere in francese, in particolare Dumas, e imparò da sola il latino.
Lei stessa raccontò che per il suo nono compleanno una zia le aveva regalato una copia delle Mille e una notte, un libro che fece scoccare in lei una piccola scintilla che, nei lunghi mesi di malattia e inedia , era destinata a diventare una fiamma.
Affascinata dall'Oriente studiò l'arabo e il persiano e nel 1927 si imbarcò per Beirut dove iniziarono i suoi viaggi verso est.
Negli anni '30 portò a termine tre rischiosi percorsi nelle regioni più lontane dell'Iran, dove nessun occidentale aveva mai messo piede e si inoltrò nel deserto arabico dove pochissimi esploratori erano stati prima di lei.
Nelle pause dei suoi fantastici viaggi Freya tornava ad Asolo per raccontare nei suoi libri, più di due dozzine, le sue straordinarie avventure.
Fra gli scrittori del mondo arabo Freya Stark occupa un posto particolare perchè non si limita a documentare ciò che vede, ma ci racconta di un mondo vivo, colorato ed aspro, del suo modo di concepire la vita, i rapporti, la religione.
Alla fine di tante avventure si ritirerà nella sua casa piena di bauli , tappeti , terracotte e tanti tanti libri, per occuparsi del suo giardino e per terminare la sua vita a cento anni nel 1993.
Freya accoglieva molti ospiti illustri in villa e trascorreva con loro pomeriggi interi sotto la galleria dei carpini, tra i cespugli di rose, all'ombra dei lecci secolari.
Oggi dopo un lungo reastauro, quello che fu il suo giardino è stato aperto al pubblico così che il visitatore possa ammirare le varie specie arboree e le essenze raccolte nei suoi viaggi e il parco archeologico che ospita i resti del teatro romano venuto alla luce nella seconda metà dell'ottocento.
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