http://fioriefoglie.tgcom24. it/2016/05/18/rinasce-il- giardino-di-emily-dickinson- tra-poesia-e-fiori/#more-21460
“Bloom — is Result — to meet a Flower
And casually glance
Would scarcely cause one to suspect
The minor Circumstance
Assisting in the Bright Affair
So intricately done
Then offered as a Butterfly
To the Meridian
To pack the Bud — oppose the Worm
Obtain its right of Dew
Adjust the Heat — elude the Wind
Escape the prowling Bee
Great Nature not to disappoint
Awaiting Her that Day
To be a Flower, is profound
Responsibility ”
All'articolo sopra riportato, diffuso qualche giorno fa, aggiungo la traduzione dei versi citati, a beneficio di tutti gli estimatori di Emily Dickinson, e sono parecchi, presenti nel nostro paese.
Fiorire - è il fine- chi passa un fiore
con uno sguardo distratto
stenterà a sospettare
le minime circostanze -
coinvolte in quel luminoso fenomeno
costruito in modo così intricato
poi offerto come una farfalla
al mezzogiorno -
Colmare il bocciolo- combattere il verme -
ottenere quanta rugiada gli spetta -
regolare il calore - eludere il vento -
sfuggire all'ape ladruncola -
non deludere la natura grande
che l'attende proprio quel giorno -
essere un fiore, è profonda
responsabilità -
A me fa molto piacere sapere di questo rinnovato interesse per un giardino così amato, così come mi piace l'idea della ricerca di semi e fiori perduti nel tempo.
Sono certa che la notizia piacerà anche ad Adele Cavalli che ha dedicato a Emily Dickinson una sezione del suo libro "Scrittrici in giardino" di cui ho scritto in alcuni post lo scorso anno.
In questa cornice di rinnovato interesse per questa poetessa americana si colloca anche il film "A quiet passion", presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino nello scorso febbraio.
"Morì da reclusa e quasi sconosciuta ma oggi, 130 anni dopo, Emily Dickinson è la
poetessa più amata d’America. Ma se in molti ricordano i suoi versi,
pochi invece sanno che la Dickinson univa alla sua poesia una forte passione per fiori e piante, che coltivava con grande amore nel giardino e nella serra di Homstead,
la sua casa ad Amherst, cittadina del New England. “La casa e il
giardino erano il suo laboratorio poetico”, ha detto la direttrice del
museo Jane Wald. E ora che la casa della Dickinson è diventato un museo, quel giardino sta tornando in vita
ripartendo dal frutteto, dove sono stati ripiantati meli – malus
‘Baldwin’, ‘Westfield Seek-No-Further’ – e peri – pyrus ‘Winter Nelis’ –
delle varietà che lei amava. L’idea è ripopolare quel giardino con i
fiori che la poetessa coltivava in vita: per farlo, è in atto
un scavo “archeo-botanico” nel terreno circostante la casa per recuperare semi “d’epoca” in grado di germinare di nuovo: i fiori di Emily.
Emily Dickinson coltivava rose, gigli, garofanini, narcisi,
fritillarie, malvoni, anemoni, piselli odorosi, dalie, Aster, digitali,
salvie e melograni con cui, a testimonianza della sua grande passione
per la botanica, aveva composto un erbario, conservato ora nella Biblioteca di Harvard, in cui aveva raccolto oltre 400 varietà di piante e fiori. Non solo.
E’ vivo nelle opere della poetessa quel giardino:
nelle 1.789 poesie rimaste – tutte tranne sei inedite al momento della
morte – Emily fa riferimento all’elemento vegetale quasi 600 volte e
nomina oltre 60 varietà. Le citazioni di fiori sono 350, soprattutto
rose ma anche specie più umili come le margherite e il trifoglio:
entrambi simboli di lei stessa nelle lettere e in versi. E l’affinità
che Emily Dickinson provava verso fiori e piante sta nelle parole che al
mondo vegetale la poetessa dedicò: “La carriera dei fiori differisce
dalle nostre nel solo fatto che non si fanno sentire” e ai suoi versi
più floreali, quelli di Bloom — is Result — to meet a Flower:
And casually glance
Would scarcely cause one to suspect
The minor Circumstance
Assisting in the Bright Affair
So intricately done
Then offered as a Butterfly
To the Meridian
To pack the Bud — oppose the Worm
Obtain its right of Dew
Adjust the Heat — elude the Wind
Escape the prowling Bee
Great Nature not to disappoint
Awaiting Her that Day
To be a Flower, is profound
Responsibility ”
All'articolo sopra riportato, diffuso qualche giorno fa, aggiungo la traduzione dei versi citati, a beneficio di tutti gli estimatori di Emily Dickinson, e sono parecchi, presenti nel nostro paese.
Fiorire - è il fine- chi passa un fiore
con uno sguardo distratto
stenterà a sospettare
le minime circostanze -
coinvolte in quel luminoso fenomeno
costruito in modo così intricato
poi offerto come una farfalla
al mezzogiorno -
Colmare il bocciolo- combattere il verme -
ottenere quanta rugiada gli spetta -
regolare il calore - eludere il vento -
sfuggire all'ape ladruncola -
non deludere la natura grande
che l'attende proprio quel giorno -
essere un fiore, è profonda
responsabilità -
A me fa molto piacere sapere di questo rinnovato interesse per un giardino così amato, così come mi piace l'idea della ricerca di semi e fiori perduti nel tempo.
Sono certa che la notizia piacerà anche ad Adele Cavalli che ha dedicato a Emily Dickinson una sezione del suo libro "Scrittrici in giardino" di cui ho scritto in alcuni post lo scorso anno.
In questa cornice di rinnovato interesse per questa poetessa americana si colloca anche il film "A quiet passion", presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino nello scorso febbraio.
Il
film di produzione inglese, che racconta la biografia della Dickinson
dai primi anni di scuola al volontario isolamento dell'età matura, è
stato girato in Belgio e nei Paesi Bassi per gli esterni e nella sua
casa di Amhearst nel New England.
Al momento non so quando verrà distribuito in Italia, ma quando lo sarà non mi lascerò sfuggire l'occasione di andarlo a vedere.
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