Quando si pensa a un
giardino, il pensiero corre immediatamente ai fiori che con le loro
forme, colori e profumi, ne sono gli interpreti principali. Eppure anche
la loro bellezza non sarebbe esaltata se non ci fossero intorno a loro
gli alberi. Di più, se osserviamo i grandi giardini del passato,
scopriamo il grande potenziale estetico degli alberi che si manifesta
attraverso gli accostamenti cromatici delle varie specie, oppure, più
artificiosamente attraverso le forme con cui l'uomo li modella, in
assoluta assenza di fiori.
Tra
le piante che hanno permesso all'uomo di realizzare le più belle opere
d'arte topiaria c'è il bosso, pianta robusta a crescita lenta, ideale
per creare siepi.
Il bosso è un arbusto di origine molto antica e simboleggia l'immortalità. Nell'antica Grecia era sacro alla dea Cibele e ad Ade, che proteggeva le piante sempreverdi , emblemi della vita che continua negli Inferi dell'inverno.
La sua capacità di autofecondarsi con discrezione - la pianta è unisessuale - ne ha fatto un emblema di castità, mentre il suo legno, particolarmente duro e compatto, simboleggia la fermezza, la perseveranza, la solidità, d'altra parte il bosso ha una grande capacità di adattamento e non teme né il caldo né il freddo.
Il legno di bosso è sempre stato particolarmente apprezzato per le sue caratteristiche in ebanisteria, per la costruzione di oggetti come flauti, tavolette da scrittura, statuette sacre, pezzi di scacchi, piccole scatole per usi diversi chiamate "bussolotti", perché nel medioevo servivano per contenere la bussola.
Le foglie del bosso sono piccole e ovali, lucide e coriacee, per questo forse fin dall'antichità è stato apprezzata anche la sua funzione ornamentale, non solo in Europa , dove già nell'antica Roma, veniva potato in forma di colonna, di piramide e di sfera, ma anche in Cina e in Giappone.
Il suo potenziale creativo conobbe un'enfasi particolare nei giardini rinascimentali italiani e nei giardini barocchi francesi, dove, insieme al tasso, veniva intrecciato in complesse forme geometriche dette "parterre de broderie".
Da non dimenticare gli intricati e bellissimi labirinti in cui perdersi e ritrovarsi, che rappresentavano il passatempo preferito di epoche lontane. Tra i più famosi il Labirinto d'Amore di Villa Pisani.
A
me il bosso piace moltissimo, nella perfezione delle sue forme
geometriche di base, mentre non mi affascinano particolarmente le
"sculture" con cui si rappresentano oggetti o animali. Mi piace anche
solo come singolo alberello o cespuglio, perché è capace di dare,
secondo me, un particolare tocco di eleganza anche al più piccolo
giardino o a un terrazzo.
mianna
Il bosso è un arbusto di origine molto antica e simboleggia l'immortalità. Nell'antica Grecia era sacro alla dea Cibele e ad Ade, che proteggeva le piante sempreverdi , emblemi della vita che continua negli Inferi dell'inverno.
La sua capacità di autofecondarsi con discrezione - la pianta è unisessuale - ne ha fatto un emblema di castità, mentre il suo legno, particolarmente duro e compatto, simboleggia la fermezza, la perseveranza, la solidità, d'altra parte il bosso ha una grande capacità di adattamento e non teme né il caldo né il freddo.
Il legno di bosso è sempre stato particolarmente apprezzato per le sue caratteristiche in ebanisteria, per la costruzione di oggetti come flauti, tavolette da scrittura, statuette sacre, pezzi di scacchi, piccole scatole per usi diversi chiamate "bussolotti", perché nel medioevo servivano per contenere la bussola.
Le foglie del bosso sono piccole e ovali, lucide e coriacee, per questo forse fin dall'antichità è stato apprezzata anche la sua funzione ornamentale, non solo in Europa , dove già nell'antica Roma, veniva potato in forma di colonna, di piramide e di sfera, ma anche in Cina e in Giappone.
Il suo potenziale creativo conobbe un'enfasi particolare nei giardini rinascimentali italiani e nei giardini barocchi francesi, dove, insieme al tasso, veniva intrecciato in complesse forme geometriche dette "parterre de broderie".
Da non dimenticare gli intricati e bellissimi labirinti in cui perdersi e ritrovarsi, che rappresentavano il passatempo preferito di epoche lontane. Tra i più famosi il Labirinto d'Amore di Villa Pisani.
Anche
in tempi moderni si possono trovare dei piccoli capolavori che
ispirandosi ai manuali del '600 riescono in pochi metri quadrati a
ricrearne l'atmosfera.
Un intreccio di bosso verde e giallo, la santolina con le sue foglie argentee e lanuginose, e il gioco è fatto..
mianna
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