Ogni volta che vedo i
borders nelle riviste di giardinaggio ne resto incantata, perché
sembrano davvero un'opera di magia. Comporre un mazzo di fiori recisi,
cercando di accostare forme e colori in modo armonico, non è impresa
semplice ma comunque non impossibile se si dispone di un'ampia scelta di
materia prima, ma progettare le bordure che caratterizzano i giardini
inglesi è tutt'altra cosa e richiede conoscenza, esperienza e coraggio.
D'altra
parte si sa che fin dal 1600 si scrivevano libri interi sull'argomento
da parte di botanici e giardinieri paesaggisti inglesi che davano
istruzioni ben precise circa le caratteristiche delle piante da mettere
a dimora, indicandone non solo il nome ma anche dimensione, colore,
disposizione ecc. Oggi si può anche dare più spazio alla fantasia, ma
certamente non si può improvvisare, perché lo scopo finale è quello di
creare cuscini compatti accostando tra loro piante caratterizzate da
vigore vegetativo il più simile possibile, dove non solo conta l'armonia
dei colori dei fiori, ma anche gli accostamenti delle mille sfumature
di verde del fogliame.
Il giardino
di Arley Hall nel Chelshire vanta una tradizione di oltre 150 anni in
tema di bordure, per questo vi suggerisco di venire con me oggi a fare
quattro passi nella tenuta per ammirarle.
Arley Hall è una dimora costruita nella prima metà dell'800, circondata da un giardino di 12 acri, uno dei più belli d'Inghilterra.
Le caratteristiche che lo rendono famoso sono un superbo viale di olmi e la doppia bordura di erbacee piantate nel 1846.
I costi per il mantenimento di queste dimore e dei relativi parchi sono molto elevati, perciò dal 1960 i proprietari, baronetti di non so che grado, hanno deciso di aprire la proprietà al pubblico, come del resto fanno in altri luoghi, rendendo possibile accedere con visite guidate non solo ai giardini , ma anche a parte della residenza.
mianna
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