nella bellezza

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lunedì 18 aprile 2016

My home is my castle

La mia casa è il mio castello.


E' un noto detto popolare inglese e bisogna ammettere che gli inglesi, di castelli, di re e di regine se ne intendono più di noi. Esperienza a parte, il significato resta uguale per tutti e sta per dire :  la mia casa è  il posto più bello e sicuro del mondo per me.

Il termine castello deriva dal latino castrum, un accampamento militare perfettamente organizzato che le milizie romane avevano mostrato come modello da imitare  a tutto l'Impero per gli spostamenti delle truppe. Con l'andare del tempo però si incominciò a desiderare qualcosa di più statico, di più massiccio, di più sicuro e sorsero così i primi castelli, che avevano comunque la funzione di presidi militari, di fortezze entro le quali rinchiudersi per proteggersi da eventuali incursioni da parte dei nemici o anche solo da vicini di casa con un brutto carattere.

E poi la storia la sanno tutti: con il passare dei secoli i castelli diventarono sempre più grandi e più ricchi, centri di potere nelle mani della nobiltà, ma anche di ricchezza ostentata negli arredi, nelle dipendenze, nei parchi...Certo non erano in molti a possederli, ma tutti gli altri potevano alla fine conoscerli attraverso il mondo incantato delle fiabe.


Quando poi qualcuno capì che la serenità, l'armonia, l'amore che possiamo vivere all'interno delle nostre mura domestiche valgono più dello sfarzo, del potere, della ricchezza rinchiuse nelle mura di un castello, ecco che si è accesa una lampadina : la mia casa è il mio castello !!!

Già, ma a questo punto viene da chiedersi: che fine hanno fatto i castelli, quelli veri?
Innanzi tutto oggi nessuno ne costruisce più di nuovi, almeno nella forma che avevano un tempo, e chi ne possiede di vecchi deve sudare sette camicie per mantenerli....

Se le dimore sono in buone condizioni, vengono rese accessibili al pubblico e con il ricavato dei biglietti d'ingresso e di attività parallele, si provvede al loro mantenimento, spesso con il sostegno di sponsors danarosi, di fondazioni o associazioni culturali  e simili.
Insomma , molti di loro vivono una serena vecchiaia, nella nostalgia di un luminoso passato che non tornerà più, ma confortati dall'attenzione e dall'apprezzamento di coloro che vengono a visitarli, altri stringono i denti e fanno appello all'antica fierezza per reggersi con sufficiente decoro.

Infine ci sono quelli che non ce l'hanno fatta....Molti di loro sono stati spazzati via dal tempo e dal vento che infilandosi sibilando dentro le torri ha consumato le pietre una per una, oppure inghiottiti dall'acqua che strisciando lungo le fondamenta  ne ha corroso la stabilità, o ancora soffocati dalle radici e dai rami di alberi giganteschi smaniosi di riprendersi il territorio un tempo perduto.

  Una caregoria a parte è quella dei castelli che stanno vivendo una lunga agonia, a causa di una burocrazia ottusa o di una speculazione selvaggia, castelli abbandonati a sè stessi che nessuno ama più, di cui nessuno si prende più cura e per questo meritevoli della nostra attenzione.



Il Castello di Noisy

 Il castello di Noisy, forse più conosciuto con il nome Miranda, è un'antica roccaforte situata a Celles, nella provincia di Namur, in Belgio.



Nonostante mostri i segni degli anni, il castello non è antico come potrebbe sembrare all'apparenza, ma fu costruito nell'800 dai discendenti della famiglia dei conti Liedekerke-Beaufort, che al tempo della Rivoluzione francese era stata cacciata dalla Francia e aveva trovato rifugio in una fattoria a Celles.



La vecchia fattoria fu trasformata in castello su progetto dell'architetto inglese Edward Milner. Gli ultimi lavori risalgono ai primi anni del '900 quando fu eretta la grande torre centrale che oggi identifica l'edificio da lontano.


Durante la seconda guerra mondiale il castello entrò in possesso delle truppe tedesche di stanza a Namur , decretando di fatto la fine della fortezza come residenza privata.



Dall'inizio degli anni '50 il castello fu utilizzato come campo scuola  da parte dell'azienda delle ferrovie del Belgio che lo aveva destinato a residenza per i figli dei ferrovieri durante le vacanze estive. Purtroppo l'azienda non si prese cura adeguatamente della manutenzione della struttura decretandone un rapido decadimento.



A seguito dell'abbandono definitivo a partire dal 1991, il castello è diventato la meta favorita degli urbex della zona a caccia di fotografie dei luoghi abbandonati.










Nel 2013 il discendente dell'antica casata nobiliare proprietaria del castello ha presentato una richiesta di demolizione della struttura per evitare i pericoli che possono derivare da un tale stato di degrado, ma la burocrazia non l'ha ancora concessa. Nel frattempo si cercano investitori disposti a spendere venti milioni di euro necessari per la ristrutturazione...

Un'altra triste storia è quella del Chateau de la Mothe-Chandeniers.



Si tratta di un edificio medievale , circondato da un fossato, che si trova nella regione francese di Poitou-Charentes.
Costruito nel XIII secolo, il castello ha avuto una storia assai tormentata, sabbene non gli siano mancati momenti di splendore e sia stato oggetto di ripetuti e importanti restauri, come quello intrapreso  nell'ultima parte del XIX secolo, quando si tentò di farlo assomigliare ai famosi castelli della Loira.
Purtroppo nel marzo del 1932, poco dopo che il proprietario dell'epoca, il barone Robert Lajeune, aveva fatto installare il riscaldamento centrale, un violento incendio distrusse il castello quasi completamente, portandosi via libri antichi e rari, mobili preziosi, arazzi Gobelin.
Da quell'evento la natura prese piano piano a impossessarsi dell'edificio.













All'inizio degli anni '80 un insegnante francese ne acquistò i diritti sperando di potergli dare un po' dell'antico splendore, ma la speculazione edilizia delle banche proprietarie dei terreni circostanti mise presto fine ai suoi sogni.




E visto come vanno a finire certe storie, per quanto mi riguarda preferisco dire : My home is my home, punto e basta.

domenica 3 aprile 2016

Mottisfont Abbey and Garden

Mottisfont Abbey è un antico priorato, divenuto poi residenza di campagna, situato nella valle del fiume Test, nell'Hampshire in Inghilterra .
 



Il suo nome deriva da una fonte ancora oggi attiva all'interno della tenuta.






L'antico priorato Agostiniano, fondato nel 1201, conobbe un iniziale periodo di prosperità, ma a partire dalla seconda metà del XIV secolo finì col decadere progressivamente fino a scomparire durante la dissoluzione dei monasteri voluta da Enrico VIII.




Il re donò ciò che restava della tenuta a un suo fedele servitore, sir William Sandys, che la trasformò in una casa di campagna senza tuttavia demolire ciò che restava del priorato. Anzi, trasformò la navata  della chiesa nel corpo centrale del nuovo edificio, aggiungendo due ali ad entrambi i lati.





 Nel XVIII secolo l'antico chiostro monastico ed il cortile in stile Tudor furono demoliti dalla famiglia Mill, creando così l'attuale facciata dell'edificio. Fu allora che venne aggiunto il termine Abbey alla proprietà e all'inizio del XIX secolo divenne un aristocratico luogo d'incontro per la caccia alla volpe , la pesca e simili attività.
Verso la fine del secolo divenne proprietà del ricco banchiere Daniel Meinertzhagen, che la dotò di impianto elettrico e riscaldamento centralizzato.




Nel 1934 i successivi proprietari, Maud and Gilbert Russell ,trasformarono Mottisfont in un affascinante circolo frequentato da politici, artisti, scrittori fra i più in voga dell'epoca.
La ricca Maud si avvalse dell'opera di architetti e designers per ridarle nuovo splendore e nel 1957 ne fece dono al National Trust, pur continuando a viverci fino al 1972.




















Oggi la tenuta accoglie molti visitatori, attratti in particolare dal suo stupendo rose walled garden.