nella bellezza

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lunedì 7 luglio 2014

I giardini pensili di Babilonia

Penso che per raccontare come si deve la storia del giardino, sarebbe opportuno partire dall'Eden , che, a quanto pare non doveva essere niente male come modello, ma visto come è andata a finire, forse è più opportuno che continui a seguire il filo della mia curiosità senza badare a criteri temporali.

Oggi mi propongo di raccogliere qualche notizia sui mitici giardini pensili di Babilonia con l'aiuto di Wikipedia e di altri contributi pescati qua e là nel web.

I giardini pensili di Babilonia furono una delle sette meraviglie del mondo antico. Situati nell'antica città di Babilonia, che significa letteralmente "Porta del dio", vicino all'odierna Baghdad, furono costruiti intorno al 590 a.C. dal re Nabucodonosor II per la giovane moglie Amyti, per curare la sua nostalgia per il paese natio nelle montagne della Persia, anche se la tradizione attribuisce la loro costruzione alla regina assira Semiramide.




La leggenda vuole che una regina - raffigurata nel celebre quadro di Degas, Semiramide alla costruzione di Babilonia, e le cui gesta sono state descritte in numerose opere liriche - trovasse nei giardini rose fresche ogni giorno, pur nel clima arido che caratterizzava la città.



Nella cultura tradizionale della Mesopotamia il significato della parola giardino somiglia a quello di paradiso.

Va detto che la localizzazione dei giardini è ancora oggi una questione irrisolta. Molte ipotesi sono state formulate in proposito, compresa quella che mette in dubbio la stessa esistenza di una delle Sette meraviglie del mondo a Babilonia, dal momento che le fonti antiche, pur concordando nella descrizione dei giardini,non ne forniscono una localizzazione precisa all'interno della città.
  





Babilonia era la città più grande dell'antica Mesopotamia. Chiusa da una doppia cinta di mura di forma rettangolare lunga circa diciotto chilometri, era attraversata dal fiume Eufrate. Alla città di accedeva attraverso otto porte, di cui la principale, posta a settentrione, è conosciuta come Porta Ishtar. Da lì iniziava la Via delle Processioni su cui si affacciavano i templi della città.



Dal 1930 la porta si trova al Pergamon Museum di Berlino, rocostruita con i materiali recuperati dagli scavi archeologici, insieme a una parte della Via delle Processioni. I motivi principali che decorano la porta sono leoni, tori, draghi e fiori. Le maioliche sono fatte di lapislazzulo e rivestite con ceramica invetriata.







Ma torniamo ai giardini.Le diverse teorie circa la loro precisa collocazione, come dicevamo, non hanno trovato certezze.Interessante l'ipotesi sostenuta da Stephanie Dalley secondo cui i giardini non sarebbero stati affatto situati in Babilonia, ma nella vicina città di Ninive : le fonti classiche , secondo la Dalley, non avevano percepito con sufficiente lucidità il passaggio dal potere assiro a quello babilonese, citando un generico "regno di Assiria"con cambio di capitale.Inoltre , mentre le fonti babilonesi tacciono del tutto riguardo all'esistenza stessa dei giardini, le fonti assire testimoniano di importanti lavori idrici a Ninive sotto Sennacherib (668-631 a.C.), nonchè della presenza di giardini presso le rive del Khors.






Ma com'erano questi giardini secondo chi ce li ha raccontati ?


Fonti antiche risalenti al V e IV secolo a.C. ci dicono che i giardini si estendevano su 4 lati lunghi circa 123 metri ciascunocon una superficie di circa 3500 metri quadrati, disposti su diversi livelli, probabilmente 5 terrazze.Ogni terrazza era sostenuta da una serie di pilastri in pietra che ne sostenevano il peso. Questo porticato sottostante generava una galleria i cui muri erano larghi circa 7 metri. Per poter sostenere il peso della terra , delle piante e dell'acqua di irrigazione, queste terrazze erano costituite da uno stato di canne con abbondante bitume, una doppia serie di mattoni cotti connessi tra loro con del gesso, e infine uno strato di tettoie di piombo per trattenere l'umidità della terra.

Ogni terrazza riceveva luce e conteneva delle stanze. All'ultimo livello si accedeva con una scala, lungo la quale correvano delle spirali attraverso cui l'acqua veniva portata di continuo dal fiume, dagli "addetti a questo scopo" dice Stradone,con "macchine per pompare l'acqua" riferisce Diodoro, "artifici meccanici" scrive Filone.
Sopra i tetti di Babilonia si levava una montagna verde che saliva in un dolce pendio appoggiandosi direttamente alle mura di fortificazione.Conteneva alberi dalle grandi foglie, alberi da frutto e una grande varietà di fiori.


E adesso un po' di gossip.

Secondo le leggende fiorite intorno ai giardini pensili di Babilonia , due donne si contendono il territorio e la storia.L'una racconta che in questo paradiso creato per lei dal marito Nabucodonosor, la regina Amytis poteva lenire la nostalgia per la sua patria lontana all'ombra fiorita degli alberi, l'altra invece racconta che era la regina assira Semiramide a passeggiare nel giardino in cerca di rose fresche e di refrigerio dall'arido clima delle Mesopotamia.





Cos'altro si dice di queste due signore? Sono andata in cerca di notizie ed ecco cosa ho trovato:

Pare che la costruzione di giardini pensili non avesse nulla di magico per gli architetti dell'antichità (i pensilia non erano altro che terrazze cementate), per cui il re che li aveva fatti costruire già ai tempi di Erodoto - circa cento anni dopo- era stato dimenticato e i Giardini venivano citati non con il suo nome, ma con quello di una regina leggendaria, Semiramide, che oggi gli storici identificano con la regina assira Samuramat, moglie di Shanashi Adad V  e madre di Adadnirari. I Greci la chiamarono Semiramide e le assegnarono campagne di conquista ( nei cinque anni in cui tenne la reggenza al posto del figlio), un governo saggio e la creazione dei Giardini.

La Bibbia e la tradizione medievale la ricordano invece come simbolo di lussuria e crudeltà. 

Per descrivere l'avvento al trono di Semiramide, Diodoro Siculo nella sua Biblioteca Historica attinge da diverse fonti, in particolare da Ctesia di Cnido che aveva fatto parte della corte persiana ed era perciò un testimone attendibile. Nel testo l'autore attribuisce a Semiramide come marito Nino, il fondatore del regno Assiro e costruttore della città di Nino, cioè Ninive, personaggio di cui però i testi cuneiformi non recano traccia collocando così la sua figura più al mito che alla storia. Ebbene si racconta che Semiramide fosse figlia di un adulterio e per questo abbandonata dalla madre. Trovata e allevata  da pastori, fu ceduta in sposa a un dignitario di Corte. Il re Nino colpito dalla sua bellezza offrì al marito la propria figlia Sosane affinchè gli cedesse la moglie, ma avendo l'uomo rifiutato l'offerta del re, minacciò di cavargli gli occhi. Preso dalla disperazione il marito impazzì e si suicidò impiccandosi. Si racconta poi che Semiramide, dopo la morte del marito re, fondò altre citta ma quando il figlio ordì un attentato alla sua vita, invece di punirlo gli cedette il potere e scomparve nel nulla al pari degli dei.


Altri storici riferiscono che ella fosse una bella etera di cui il re d'Assiria si fosse innamorato.Convinto il re a cederle per cinque giorni il potere, allestì una grande festa nella quale convinse i condottieri dell'esercito a seguirla tradendo il loro re che fu posto in prigione e lì dimenticato.

Altri ancora ritengono che fosse una principessa babilonese che giunta sul trono assiro, operò una politica di amicizia con Babilonia.


L'altra donna a cui i Giardini sono legati è Amytis la moglie persiana  che il re Nabucodonosor aveva sposato per sigillare un patto con la Media. Diodoro Siculo nella sua trattazione di Babilonia ne dà questa descrizione: " Vi era anche il cosiddetto giardino pensile, presso l'acropoli, che costruì non Semiramide, ma un certo re siro, in grazia di una concubina che, a quanto si dice, essendo persiana d'origine e desiderosa di trovare i prati dei suoi monti, chiese al re di imitare, tramiti gli artifici del giardino botanico, i caratteri particolari del paesaggio persiano".

Fonti greche dipingono Amytis come una donna licenziosa. Secondo Ctesia fu accusata di adulterio. Lo stesso storico racconta che dopo la morte del marito ebbe una storia con il medico greco Apollonide di Cos e che al termine della relazione il povero malcapitato fu torturato e condannato a morte.

Dinon, un altro storico greco, descrive Amytis come la donna più bella e licenziosa al mondo.

Wikipedia invita però i lettori a prendere con riserva le storie narrate dagli storici greci su questa donna, vista la loro tendenza a raccontare storie eclatanti senza verificarne le fonti, al solo scopo di ottenere audience.


E allora , ditemi voi, considerando i contenuti delle correnti riviste di gossip, cosa è cambiato sotto il sole???

                                                                   mianna





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