nella bellezza

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mercoledì 18 giugno 2014

Villa Monastero


Un articolo di Dindi


 Mercoledì pomeriggio: liberi da qualsiasi impegno come figli, come genitori, come nonni, cognati, zii, fratelli e amici. Che si fa? Ci impoltroniamo davanti alla tv? Nooo...la giornata non è stupenda, ma neppure brutta. Il sole va e viene fra le nuvole, si potrebbe andare da qualche parte...magari con la vecchia jaguar scoperta...sul lago? Sul lago! E via, si parte. Mi viene in mente di aver letto che a Varenna c'è villa Monastero, con bellissimi giardini e noi non l'abbiamo mai vista, quindi ci dirigiamo lì. La giornata sembra migliorare man mano si prosegue. Ecco la villa. Oggi si possono visitare solo i giardini, perchè la casa è chiusa. Peccato! All'interno c'è una mostra di antichi servizi da tè e da caffè: l'avrei vista volentieri, ma...pazienza!

I giardini sono stupendi, il lago è bellissimo. Peccato sia così caldo e umido. Ecco un po' di foto  (quelle dal lago non sono mie):

































































Villa Monastero, a Varenna sulle sponde del Lago di Como, rappresenta uno degli esempi più interessanti di residenza in stile eclettico in cui gli interventi succedutisi hanno aggiunto elementi funzionali e decorativi senza distruggere le tracce delle vicende precedenti dell'edificio, così da ottenere una villa con giardino di grande impatto scenografico.
Il nome deriva dall’originaria esistenza, in luogo, di un antico convento di monache cistercensi (1208) dedicato a Santa Maria Maddalena. Le monache vissero per diversi secoli in pia obbedienza, forse ancora atterrite dalle vicende belliche che le avevano sloggiate dall’Isola Comacina e indirizzate su questa sponda orientale del Lario. Ma i tempi cambiano per tutti, per le monache, e molte di quelle che avrebbero dovuto concentrarsi nella contemplazione di Dio, pensarono che persino la loro santa protettrice aveva avuto una gioventù non proprio austera, e furono così tratte nella tentazione di imitarne i trascorsi più umanamente deboli. Intorno alla metà del Cinquecento la fama del loro tralignamento si era fatta sin troppo estesa: la gente di Varenna cominciò a mormorare e le chiacchiere si sparsero lungo la sponda del lago fino a Lecco, e arrivarono naturalmente anche a Milano. Invece che un luogo dedito alla preghiera e alla penitenza si parlava, a proposito del Monastero di Santa Maria Maddalena, di un “alloggiamento di innamorate”, definizione che non doveva certo essere apprezzata da uno dei prelati più tremendamente severi di tutta la storia della chiesa ambrosiana: il santo arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Borromeo. L’arcivescovo chiese che il monastero fosse chiuso, e papa Pio V si affrettò ad emettere l’ordine di scioglimento del secolare convento. L’edificio, situato in un posto tanto bello, si rese così disponibile, e un nobile della non lontana Valsassina, Paolo Mornico, lo acquistò nel 1569. Fu Lelio, figlio del nuovo proprietario, a trasformare, all’inizio del Seicento, con lavori di ampliamento e abbellimento, il convento in una signorile residenza e, come dicono le cronache, fece giardino ove prima era lago. A metà dell’Ottocento la villa, che per molti anni portò il nome di “Leliana” in omaggio a chi l’aveva trasformata, fu venduta ai Genazzini, che ebbero il solo merito di conservarla. Ampie trasformazioni dell’architettura e del parco furono apportate dai successivi proprietari, in particolare dal tedesco Walter Kees, che l’acquistò alla fine dell’Ottocento ma gli fu sequestrata dal governo italiano nel 1915, in seguito all’entrata in guerra con la Germania. Nel 1925 fu ceduta a Marco De Marchi che, nel 1936 la legò allo stato italiano perché fosse sede dell’Istituto Italiano di Idrobiologia e Limnologia. Di particolare fascino e interesse troviamo la scalinata centrale cinta da balaustra scolpita culminante, al sommo, in un tempietto neoclassico, una fontanella, copia dell’originale di Villa Borghese a Roma, e il belvedere ceramicato, sulla amplissima distesa del lago e dei suoi monti. Il rinomato giardino, visitabile al pubblico, è ricco di statue, sculture e di essenze mediterranee e tropicali che, nel mese di maggio, regalano al turista un’incantevole spettacolo. Attualmente la villa è di proprietà del CNR ed è concessa in comodato alla Provincia di Lecco, che la gestisce per il tramite dell'istituzione Villa Monastero ente strumentale della Provincia medesima.

Se vi capita di essere in zona, non perdetevi una visita, perchè ne vale la pena.
Quanto a noi, abbiamo proseguito la nostra gita con l'idea di prendere il traghetto per Bellagio, dove fermarci per un gelato e poi salire al Ghisallo e tornare a casa passando da Asso e Erba. Invece, mentre eravamo in traghetto (per fortuna, così abbiamo potuto chiudere il tettuccio della macchina), è scoppiato un bel temporale, ragion per cui siamo tornati a casa di filato...si fa per dire. Pian pianino, in un torrente d'acqua, ma sani e salvi.












P.S. Di fianco a villa Monastero, c'è villa Cipresso...anche quella con splendidi giardini da visitare. Sarà per la prossima volta!

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